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Davide Lorenzo PALLA
LA RICERCA DELLA BALENA BIANCA


Cosa succede se un classico della letteratura, un’opera un po’ fuori dagli schemi come il Moby Dick di Herman Melville, finisce per incrociare la vita di un giovane artista di teatro? Da un libro trovato per caso su una panchina di un traghetto nel centro del Mediterraneo inizia una inaspettata avventura. Tra appunti a bordo pagina e curiose interviste, riflessioni e colpi di scena, Davide Lorenzo Palla ci accompagna insieme al capitano Achab nella caccia alla balena più famosa di sempre. Un incredibile e metaforico viaggio che vive di una tensione continua tra la sete di vendetta e la ricerca di senso. Il romanzo così prende vita e si confonde con le nostre vite, parlando a ciascuno di noi. Un’avventura da affrontare con l’audacia del marinaio: da protagonista.

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01. Capitolo primo: la partenza
Moby Dick io non lo avevo mai letto, come tanti. L’ho scoperto un po’ per caso un paio di anni fa su un’isola nel centro del Mediterraneo. Un appuntamento forse fissato dal destino e anticipato da un incontro con chi mi ha inebriato di nostalgia con la magia delle storie di mare: Nonna Augusta. Il mio viaggio alla ricerca della balena bianca è iniziato così, sulle orme di Ismael, il marinaio a cui Melville cede la parola per raccontare il suo romanzo e che, per togliersi dall’animo “quel novembre umido e stillante”, parte all’avventura per vivere la sua vita da protagonista.
02. Capitolo secondo: la nave
Salito idealmente a bordo del Pequod, ci è voluto davvero poco perché scattasse in me un cortocircuito illuminante. Il ponte come il palco, le sartie come le corde, le vele come i fondali, la ciurma come la compagnia, le avventure in mare e come gli spettacoli messi in scena: la baleniera è un contenitore di racconti, un metaforico teatro galleggiante. E allora basta scendere sottocoperta o andare dietro le quinte per scoprire vite coraggiose, ugualmente vissute da protagonisti, come quella di Pip, il giovane mozzo “dalla testa d’ebano” che, caduto in mare durante una caccia alla balena, arriva a vedere Dio; o quella di Salvatore Manganaro, un light designer che lavora in teatro e che tra allestimenti, spettacoli e tournée si dedica caparbiamente al suo lavoro, inseguendo la perfezione.
03. Capitolo terzo: il capitano
Achab, il capitano del Pequod, è una di quelle figure a cui non puoi rimanere indifferente, un uomo assediato dalla passione, esasperato dell’ossessione che, sebbene in alcune circostanze mostri le sue fragilità, finisce per perdere la sua parte migliore: la sua umanità. Il capitano è un personaggio che ci impone delle domande. Domande che con il proseguire del viaggio diventano sempre più intime e personali. Domande a cui è possibile rispondere solo aprendo la nostra valigia dei ricordi insieme a chi quei ricordi con noi li ha vissuti. Massimo Navone è il primo regista che ho conosciuto: con lui e con mio padre è iniziata la mia passione per il teatro. A bordo di una barca, i miei ricordi si sono intrecciati ai suoi e mi sono concesso un momento di pausa. Per sorprendere e sorprendersi.
04. Capitolo quarto: la balena
Proseguendo nella lettura del romanzo di Melville e navigando idealmente nei mari del Sud con la ciurma della baleniera più famosa di sempre, mi sono trovato a vivere un’avventura in prima persona che coinvolge la parte più intima di me. Ora siamo allo scontro finale: è giunto il momento di guardarla in fondo agli occhi, la mia balena bianca. Mentre Achab, accompagnato sempre più indissolubilmente dalla sua anima oscura, si lancia incurante di qualsiasi rischio in tre giorni di caccia disperata a Moby Dick, trascinando con sé tutto l’equipaggio, io resto sempre più attonito, dubbioso, desideroso di capirne il senso. Finché una sera, rannicchiato nel letto di mia figlia Nora, fantasticando con lei sulle avventure del Moby Dick, ho capovolto il mio punto di vista. E lì, finalmente, ho capito.


Una produzione Frame-Festival della Comunicazione per Rai Radio 3



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