Alessandro Barbero e Maurizio Ferraris
Lucciole per lanterne
visioni del passato – visioni del futuro
Salone del libro di Torino, Spazio Duecento, venerdì 11 maggio 2018, ore 14.30
A volte capita allo storico di sentirsi chiedere cosa preveda per il futuro. Lo storico dal suo mestiere ha imparato che prevedere il futuro è completamente impossibile, e anche del presente di solito si sa poco. Il passato ha il grande vantaggio di essere concluso, e quindi si sa come è andata a finire: che nell'impero romano hanno vinto i cristiani, che l'America del Nord è diventata inglese e non francese, che l'Unione Sovietica è crollata. Ma, anche se è concluso, il passato non è immobile: perché non lo conosciamo tutto, anzi non ne sappiamo quasi niente (sempre più del futuro, comunque), e continuamente le nuove ricerche ci permettono di vedere qualcosa che prima non vedevamo.
Per il filosofo l'imprevedibilità del futuro non è un disvalore. Come infatti la storia ci insegna, Churchill, appena insediato nel 1940 alla guida del governo britannico, si trova a dover decidere se continuare la guerra o accettare le offerte di pace di Hitler. Se le avesse accettate, il Regno Unito non sarebbe andato incontro a una guerra che determinò il crollo dell’Impero, ratificando mezzo secolo di bipolarismo sovietico-americano. Eppure è stata la decisione giusta, sebbene allora largamente imprevedibile. Capire il senso di questa giustizia e di questa imprevedibilità è il compito di quel lato della letteratura fantastica che chiamiamo tradizionalmente “filosofia della storia”.