Milano, ore 8:30 del mattino del 25 aprile 1945. Ai microfoni di Radio Milano Liberata una voce annuncia lo sciopero generale contro l’occupazione tedesca, “contro la guerra fascista per la salvezza delle nostre terre”. “Arrendersi o perire” è l’intimazione data al nemico che in Italia ha lasciato una lunga scia di sangue e che ora non ha più scelta. I partigiani stanchi, laceri, e insieme a loro ci sono anche tante donne, ansiose di farla finita con un regime che ha portato solo la rovina della patria e le ha condannate a essere bottino e preda degli eserciti. Il 25 aprile non è solo il giorno della vittoria e della resa del nemico, ma un momento di massima trasgressione. Perché la guerra partigiana è stata per le donne anche una guerra privata, combattuta per l’emancipazione, che ha liberato il mondo femminile dalla prigione del sacro focolare domestico.
Un racconto di Michela Ponzani
con un saluto del Sindaco Beppe Sala e del Presidente del Consiglio Comunale Elena Buscemi
e con un'introduzione di Danco Singer
Martedì 11 marzo, ore 18:30
Sala Consiliare di Palazzo Marino (Piazza della Scala 2), Milano
Un evento ideato e organizzato da Frame-Festival della Comunicazione
che inaugura il ricco programma che il Comune di Milano ha preparato per celebrare gli 80 anni della Liberazione
L'evento è gratuito e con accesso su prenotazione. Le prenotazioni apriranno martedì 25 febbraio alle ore 11. Clicca qui
A Ottant’anni dal giorno della Liberazione, Michela Ponzani, storica e conduttrice televisiva, ci porta per mano in un racconto fatto di voci, volti, luoghi dell’antifascismo e della guerra partigiana che parte da Ventotene e arriva nella Milano del 25 aprile, passando per le montagne piemontesi a Paraloup dove un gruppo di ribelli comandati da Nuto Revelli cominciò a sognare una nuova idea di patria, molto diversa dalla nazione di sangue e di stirpe, immaginata dal fascismo. Una patria che si incarnava nell’idea di Repubblica, libera e democratica, dove la dimensione dei diritti civili potesse dialogare con la giustizia sociale.
La narrazione, che intreccia le vite ai fatti della storia, i luoghi alle persone, le aspirazioni di libertà e giustizia all’azione, si snoda in un racconto che alterna la voce appassionante di Michela Ponzani a frammenti autentici di quel momento storico. Un evento a più dimensioni per restituire quella data (il 25 aprile) in tutta la sua portata storica e personale, una conquista faticosa e non scontata ottenuta da uomini e donne che, nelle condizioni più avverse, hanno preso in mano il loro destino e, con il loro, il nostro e dell’Italia libera in cui viviamo.