Lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale prosegue a ritmi vertiginosi, superiori alla nostra capacità di metabolizzarne gli usi e le implicazioni, ridefinendo la nostra idea di umanità, avviando una trasformazione radicale della società, del lavoro, dei rapporti interpersonali, della produttività. Con implicazioni non indifferenti. L’apertura di possibilità superumane (o postumane) dagli indubbi benefici si accompagna a potenziali pericoli: dal sorgere di nuove e più acute forme di disuguaglianza e discriminazione, alla crescente delega decisionale a sistemi di machine learning, con la conseguenza che l’uomo diventi sempre più soggetto passivo, oggetto profilato e manipolabile a fini commerciali e politici. Non c’è settore o aspetto della nostra vita sociale e personale che non ne sia coinvolto: dalla medicina al settore produttivo, dall’edilizia all’ingegneria, dalla formazione alla distribuzione, dall’economia alla politica, dalla biologia all’aerospazio, dalla sicurezza all’entertainment fino al settore creativo. Affrontare con consapevolezza queste trasformazioni presuppone una conoscenza profonda dell’essere umano, sia sotto il profilo biologico, del funzionamento del cervello, del linguaggio e della memoria, sia sotto il profilo della sfera relazionale, emotiva, antropologica e identitaria, delle capacità di attivare connessioni, collezionare esperienze, costruire e trasmettere conoscenza.
Cosa si intende per intelligenza? Come sta cambiando il nostro modo di creare, progettare, immaginare? Fino a che punto siamo davvero liberi di effettuare scelte, quanto possiamo essere condizionati o determinati da fattori che non possiamo governare? Qual è il rapporto tra Intelligenza Artificiale (nel senso più ampio del termine, dagli algoritmi alle tecnologie digitali, dal neural network al deep learning) e la nostra autonomia interpretativa? Quanto incidono gli algoritmi nelle nostre vite, nelle scelte che facciamo, nelle nostre piccole e grandi decisioni? Il tema tocca tanto la filosofia, l’etica, la teologia quanto la finanza, la medicina, la storia, il diritto, l’informatica e la robotica. Ha a che fare con i concetti di volontà e di scelta, di progresso e di evoluzione. Evoca quesiti che coinvolgono il determinismo e la predestinazione, la trasparenza e l’intelligibilità degli algoritmi e degli output che generano.
È il momento di passare da una tecnologia chiusa, fine a se stessa, a una tecnologia filtrata da una visione umanistica. C’è bisogno di più consapevolezza: dietro ogni tecnologia realmente abilitante, c’è sempre l’uomo che la crea. E si sente l’esigenza di andare verso una visione complessiva e non settoriale delle problematiche, con un approccio capace di mettere assieme la natura, la scienza, l’arte, la cultura, il capitale umano e la tecnologia. Si rivela dunque urgente capire come potremo essere soggetti attivi e non passivi di ogni trasformazione digitale. Come far sì che l’umano resti al centro della rivoluzione digitale, protagonista capace di adattare la tecnologia ai propri bisogni e non costretto ad adattarsi a quanto imposto da un’innovazione fine a se stessa.
I partecipanti al forum si confrontano rispondendo alle tre grandi domande sullo sviluppo tecnologico che stiamo vivendo.
WHAT?
Cosa abbiamo tra le mani? Qual è lo stato dell’arte? Quali e quanti progetti realmente innovativi si stanno affacciando sulla scena mondiale (start up, brevetti, progetti di ricerca, etc.)? Siamo realmente consapevoli del potere delle tecnologie cui stiamo “dando vita”? Cosa sono in grado di fare? E cosa siamo in grado di fare noi con esse?
WHERE?
Dove stiamo andando? Quali direzioni intendiamo prendere? Quanta intenzionalità nostra c’è dietro le vie in cui ci stiamo incamminando? Dove ci porterà e dove intendiamo dirigere gli sviluppi di queste tecnologie? Chi decide le rotte? Qual è l’attuale geografia dello sviluppo nel settore dell’AI? Quanto può e quanto deve intervenire la legislazione, e con quali criteri?
WHY?
A quale scopo? Quali obiettivi ci animano, quali ragioni profonde spingono la ricerca, l’innovazione? Quanto intervengono politica e mercato? Quali condizionamenti vi sono sul piano internazionale? Quanto incidono i principi etici?