Simbolo dell’incommensurabile, il mare è espressione dell’eccezionale vastità dell’essere che ci portiamo dentro, delle profondità dell’io, fascinoso orizzonte di cambiamento e di opportunità; banco di prova della resistenza umana, della caparbia tenacia dell’uomo che affronta la crudezza della vita e la paura dell’ignoto; luogo di eccitazione e affanno, di morte e di vita, di perdizione e di ritrovamento. Dalle città sommerse, alla grande epopea dei transatlantici, dalla rotta artica ai viaggi di Odisseo, dalle sirene ai miti moderni celebrati nelle note dei grandi cantautori, il mare è irresistibile ispiratore dell’arte, della letteratura e della musica.
Ha un valore geopolitico di straordinaria importanza: dal contesto del Mar Mediterraneo, storico bacino di incontro e di scontro tra civiltà e potenze commerciali, all’egemonia del mare, oggetto di conquista per la costituzione di un impero, in cui si vedono scontrarsi le grandi potenze, dagli Usa alla Cina, dall’India all’Europa, tra diplomazia, guerra delle risorse, pirateria reale e pirateria informatica. Un importante banco di prova su cui misurare anche i nostri valori: la cooperazione tra i popoli, l’accoglienza, il rispetto degli ecosistemi e della biodiversità che li abita, la preservazione dei delicati equilibri che li governano, tra gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici, le iniziative green e la blue economy.
Il mare è anche un bene/risorsa da proteggere, da salvaguardare: produce più del 50% dell'ossigeno che respiriamo, immagazzina un terzo dell'anidride carbonica prodotta dalle attività umane, agisce come regolatore del clima, assorbendo il 90% del calore in eccesso. Eppure il mare non riesce più a sopportare l'inquinamento prodotto dall’uomo, non tiene il ritmo di una società che continua a bruciare idrocarburi, che fa abuso di sostanze inquinanti, che produce enormi quantità di plastica e indebolisce l’ecosistema marino.
Per questo il festival sarà anche un’occasione per sensibilizzare il grande pubblico e le istituzioni ad accelerare il processo di transizione ecologica che ci invita a rinunciare a quell’atteggiamento predatorio proprio dell’uomo nei confronti delle risorse limitate del mare (e della Terra) e a porre l’attenzione ecologica al centro della politica e dell'economia, perché quello che fa bene all'ambiente fa bene a tutti noi.